lunedì 13 luglio 2015

Rio: Pão de Açucar ...paisagem super tropical



"Paisagem super tropical
Faz sucesso num postal
Diz a foto que o morro do pão-de-acúcar
é um eterno carnaval"...

...recita così la prima strofa di una nota canzone di Erasmo Carlos,  che si chiamava in realtà Erasmo Esteves e l'aveva composta in società con il più noto Roberto Carlos. Un paesaggio super tropicale, una cartolina di sicuro successo, si deve vedere da lassù! E noi fra poco vi ci porteremo. Dopo aver percorso il quartiere "Urca", dal sapore antico ed elegante, eccoci in Praça Tibùrcio. Un'occhiata al monumento a Chopin, e subito ci dirigiamo alla stazione di partenza delle funivie. Seguiteci!


All'ingresso della stazione, da dove comincerà la nostra salita incombe la parete liscia a strapiombo di uno dei "morros", le conformazioni rocciose che caratterizzano Rio de Janeiro conferendo alla sua baia una silhouette spettacolare.


Turisti ce ne sono, ma non troppi, per fortuna. Ora qui è bassa stagione, praticamente il nostro autunno-inverno. Avevamo tentato di salire al Pan di Zucchero in un viaggio precedente, un dicembre, la loro estate. E avevamo rinunciato: la coda di gente in attesa di prendere il biglietto e accedere alla funivia era davvero esagerata. Oggi invece la situazione è ideale. E da qui già possiamo vedere l'arrivo alla prima stazione. Sì, perchè il viaggio si farà in due "campate", attraccando prima sulla cima diun "morro" intermedio. Entriamo, dunque!





Che emozione! Stiamo per galleggiare nel vuoto della prima campata, agganciati ai robusti cavi d'acciaio della funivia (di marca altoatesina!). Con l'aiuto del teleobiettivo pare già essere arrivati in cima!







Ora che ondeggiamo su Rio, lo sguardo dal vetro della cabina intercetta il Corcovado: il cuore batte a mille ammirando il Cristo con le braccia aperte a protezione della città sottostante. Siamo  dentro alla cartolina più bella del mondo!!! Almeno, per noi. 



La prima tratta ci sbarca al "Morro di Urca", primo punto panoramico (poco più di 200 metri di altitudine) dal quale accedere alla seconda stazione, anzi la terza se si conta anche la stazione di partenza.  Evvai con la seconda tratta di funivia...o di "bonde", come lo chiamano in Brasile, per arrivare a quota 397 metri, la cima vera e propria del Pão de Açucar. Seguiamo le frecce segnaletiche...


...E mettiamoci in coda!


Anche da qui, sbirciatina pre-imbarco, dai punti di attracco delle cabine. Pare di essere a prua di un'aeronave di quelle che sicuramente avrà immaginato Jules Verne...e che panorama si intravede già!



 La seconda salita è altrettanto spettacolare. E appena sbarcati, dalle ringhiere del punto panoramico Rio ci appare sempre più piccola e la conformazione del suo territorio ancor più splendida. Un miracolo geografico e naturale mozzafiato:  ci si sono provati in tanti, a descriverlo, scrivendo e cantando. Ma è letteralmente impossibile da rendere pienamente a parole. Per fortuna, ci vengono in aiuto le fotografie: 

















Il sole sta per tramontare sulla "Città Meravigliosa", e i turisti si accalcano verso il Corcovado per scattare "selfies" con tutta la sua bellezza come sfondo. Anche questo è uno spettacolo a suo modo impressionante...













Il sole ormai è tramontato, regalandoci una Copacabana tutta rosa e una silhouette del Corcovado impreziosito dal ciclopico Cristo Redentore, che sembra ritagliata nel cartoncino nero del teatro delle ombre.  Dalle creste circostanti, antenne e ripetitori molto meno spirituali si stagliano contro l'oro madreperlato del cielo. Ci viene in mente che l'impulso a dare il via alla prima illuminazione della statua fu  inviato da Guglielmo Marconi e ritrasmesso fin qui... Era il 12 ottobre del 1931. 




A malincuore lasciamo tanta bellezza ed entriamo nella capsula del "bonde". Ripercorriamo, stavolta in discesa, il fantastico itinerario sospesi ai cavi d'acciaio e galleggiando sui tetti e sulle baie di Rio. Ora i contorni delle sue spiagge leggendarie  sono punteggiati da mille lucine, così come le pendici che la attorniano e ne fanno cornice. Sono, queste ultime, ricoperte di costruzioni spesso fatiscenti, le cosiddette favelas. Ma di qua, ora che è quasi notte, la povertà non si indovina, coperta com'è da uno scuro tappeto prezioso che brilla e pulsa.





Rio de Janeiro: una passeggiata nel centro storico


Non c'è nulla di meglio che godersi una giornata di sole passeggiando per il centro storico di Rio, lontani dalle suggestioni  da cartolina patinata dei mitici marciapiedi bianco-neri di Ipanema e Copacabana. Il cielo è cobalto intenso, i colori vivi e l'atmosfera calda ma senza l'afa dell'estate. Siamo nell'altro emisfero, qui. Siamo in inverno, anche se oggi proprio non lo si direbbe. I segnali stradali ricordano le imminenti Olimpiadi e le conseguenti opere stradali e urbanistiche in corso. 




Attraversiamo il  sovrappasso che collega la zona dove si trova nostro hotel all'ingresso dell'aeroporto cittadino di Rio, intitolato all'aviatore più famoso del Brasile: Santos Dumont.
Sta arrivando l'autobus blu che per una cifra modesta ed un servizio impeccabile e sicuro porta i viaggiatori da o per l'aeroporto internazionale "A.C. Jobim", più conosciuto come "Galeao". 


Non resistiamo alla tentazione di entrare un momentino nell'atrio dell'aerostazione dove sappiamo che troneggia un mural come sfondo e un mezzobusto di metallo di Santos Dumont col suo famoso cappello floscio.  Un salutino al mitico aviatore ed una foto con lui sono d'obbligo!




Proseguiamo la camminata, attraversando una Rio in fase di rinnovamento pre-olimpico, poi  costeggiamo l'imponente e bellissimo Teatro dell'Opera che visiteremo con calma un'altra volta.





Rio celebra la sua età anche così: con uno stilizzato 450 che fa capolino dal bianco delle strisce pedonali. Buon Compleanno, cidade maravilhosa !!!











Rio ha sempre rivestito un ruolo politico e commerciale di primo piano:  nel 1676, sede vescovile, successivamente nel 1680 capitale delle capitanie del Brasile meridionale. La scoperta di giacimenti auriferi nella zona a Ovest della città determinò poi un notevole sviluppo quando venne scelta come unico porto d’imbarco per l’oro estratto. Divenuta capitale del Brasile e residenza del viceré nel 1763, la città attraversò successivamente una fase di declino. Ma nel 1808 la famiglia reale, fuggita dal Portogallo, vi si stabilì con la corte. Nel 1822, proclamata l’indipendenza del Brasile, Rio divenne la capitale. E si sviluppò  grazie alla (pochi italiani lo sanno) presenza dell'imperatrice Teresa Cristina, napoletanissima sorella del Re Ferdinando II di Borbone, andata sposa nel 1843  all'Imperatore del Brasile, don Pedro II

A lei si devono moltissime iniziative culturali volte ad introdurre la musica lirica e l'architettura italiane in una città che sino a quel momento aveva guardato solo a Parigi ed alla cultura francese come modello da ammirare e imitare. Teresa Cristina, poliglotta, colta e raffinata, amante della musica lirica, appassionata di archeologia, oltre a chiamare ad esibirsi a Rio i più celebri cantanti, attori e ballerini europei dell'epoca, e a dotare la città della maggiore collezione archeologica classica dell'America Latina, ispira anche lo sviluppo urbano della città. I fratelli Farani, di origine italiana e portati alla fama ed alla ricchezza proprio dall'Imperatrice, prima come orafi e poi come impresari immobiliari, saranno i fautori di una rivoluzione urbanistica che muterà la originaria struttura della città, intervenendo in quartieri come Botafogo, ed aprendo otto nuove grandi strade (tra cui Catete, Gloria, Laranjeiras, Santa Teresa, Catumbì), aprendo strade larghe, piazze e giardini che vanno a mutarne profondamente l'originario aspetto coloniale fatto di stradine strette.
Per chi volesse saperne di più su questa affascinante Belle Epoque italo-carioca, è assolutamente da leggere il testo di Vittorio Cappelli "La Belle Epoque italiana di Rio de Janeiro", Rubbettino editore.


Rio de Janeiro rimane poi la capitale anche quando il Brasile diventa una repubblica federale, ne1 1889, e fino al 1960 quando tale funzione viene trasferita a Brasilia. 
Di tutta quel carico di Storia, Rio porta  traccia anche nelle facciate  ottocentesche tinta pastello che caratterizzano parecchie vie, soprattutto centrali.  A volte sono sbiadite e bisognose di restauri, in altri casi orgogliose di mostrare i propri colori vividi, sottolineati da fregi e decorazioni di candido gesso che sembra panna montata. 



Per noi questo è il vero fascino di Rio. Quel centro storico che i turisti di solito ignorano, abbacinati dalle meraviglie naturali della baia, delle spiagge modaiole di Ipanema e Copacabana, dall'imponenza iconica del Cristo Redentore che svetta dal Corcovado e...naturalmente dalla cartolina spettacolare rappresentata dalla vista di Rio dall'alto del Pan di Zucchero. A proposito... malgrado noi a Rio siamo stati altre volte, non conosciamo ancora il Pan di Zucchero e la sua vista mozzafiato sulla baia. Fra poco però rimedieremo. Volete salire insieme a noi?  Andate al prossimo post, allora!






domenica 12 luglio 2015

Rio de Janeiro: il mercatino Hippie di Ipanema

C'è un evento imperdibile a Rio, di domenica:  il piccolo "mercado hippie" a Ipanema, nella piazza General Osorio. La metropolitana ci finisce quasi in mezzo, al capolinea. La fermata già mette allegria, con il murale piastrellato che cita i versi de "La Banda de Ipanema"! Emergiamo così,dalle scale della Metropolitana, quasi a passo di samba nella luce vivida di una domenica pomeriggio carioca. 



Le bancarelle sono subito lì, raggruppate lungo il perimetro della piazzetta. Una festa per gli occhi attenti di chi ama le piccole e preziose  produzioni artigianali. Se ne distingue una, fra i tanti espositori,  piena zeppa di gioiellini creati con semi e gusci di cocco, frammenti di legni dell'Amazzonia, assemblati con gran gusto. Pannelli raccontano la storia dei legni e la dichiarazione di intenti del "gioielliere".





I prezzi sono ragionevoli, ci fermiamo a dare un'occhiata, a comprare alcuni monili e a chiacchierare con il simpatico artefice di tanta originalità. Si chiama Elson Angelim. Se capitate a Rio di domenica cercatelo. Ne vale la pena!


Anche le altre bancarelle meritano una visita. A noi ha affascinato in particolare quella del costruttore di strumenti musicali: sembrava di essere entrati in un fotogramma del film "Mission".





Una carrellata di statuette del Cristo non possono mancare. Ce ne sono di tutte le grandezze e fatte con vari materiali.


E poi casette in miniatura, coloratissimi frutti tropicali, pesci e pappagalli, intagliati nel legno di balsa, stoffe ricamate, bamboline stile Carmen Miranda, qui ci sarebbe da fare acquisti a go-go…peccato che siamo solo all'inizio del viaggio e per giunta con gli zaini piccoli piccoli. Inoltre dovremo attraversare vari confini, e semi e legni spesso non sono materiali trasportabili facilmente in altri ecosistemi senza noiose pratiche doganali. Perciò ci limitiamo a guardare, eccezion fatta per una collanina e due anelli di agata che proprio non possiamo lasciar lì. E lo zaino lentamente inizia a inglobare i primi oggetti dal Nuovo Mondo